Sono veramente felice di ospitare per questa prima intervista della mia neonata Rubrica Elena Terenzi, la creatrice di Mostracci. Una maker bravissima, con una vera passione per stoffa, ago e filo! Sarà per questo che la adoro? 😉
Ora ve la presento con parole sue. Buona lettura!
- Ciao Elena, siamo curiosi di sapere qualcosa su di te. Ti va di raccontarci un po’ chi sei?
Prima di tutto grazie per avermi invitata a parlare di me, è un piacere essere qui. Sono prima di tutto mamma di due splendidi bambini, che ispirano molto la mia fantasia. Insieme a loro invento storie dalle quali spesso nascono i mostracci. Sono un’autodidatta, non ho fatto studi specifici ma ho iniziato a tagliare stoffe e a cucire quando ero piccola, osservando mia madre che cuciva in casa. Ho frequentato corsi di fotografia, della quale sono sempre stata appassionata e mi sono cimentata anche nel disegno seguendo un corso per sfidare me stessa. Sono una grande osservatrice ed ho una buona memoria visiva. Amo viaggiare e stare con le persone, ma ho bisogno anche della mia solitudine per dare sfogo alla fantasia.
- Quando sono nati i tuoi Mostracci?
La prima volta che mi sono messa a cucire un pupazzo l’ho fatto per mio figlio, dieci anni fa, da allora è stato un crescendo e dal gioco sono arrivata a farne una vera attività.
- Come sappiamo per una creativa il luogo di lavoro è importante per avere la giusta concentrazione, ma soprattutto l’ispirazione. Parlaci della tua craftroom; cosa non deve mai mancare perché si crei l’ambiente perfetto?
La mia craftroom l’ho creata nella mansarda della mia casa, quindi soffitto spiovente, pavimento di legno, insomma un luogo raccolto e vicino alle stelle, adatto a viaggiare con la fantasia. Non mancano mai i miei gatti e della buona musica, ma anche i disegni dei bambini e spesso la loro compagnia quando decidono di cucire insieme a me.
- In molti si chiedono come trascorre la giornata una maker. Raccontaci com’è la tua giornata tipo.
Le mie giornate sono spesso frenetiche, perché devo abbinare la creatività con l’essere mamma e moglie, con tutte le faccende di casa e i mille impegni dei bambini. Al mattino, dopo un’abbondante colazione a tavola con la famiglia, sono sola, quindi ne approfitto per chiudermi in craftroom, mentre nel pomeriggio riesco a ritagliarmi qualche spazio per coltivare le pubbliche relazioni, rispondere alle richieste e aggiornare sito e shop.
- Ci sono molte creative che vorrebbero trasformare la loro passione in lavoro, come te. Hai consigli da dare? Parlaci un po’ della tua esperienza personale.
Come ho detto, all’inizio era un gioco e fino a poco tempo fa avevo un lavoro ufficiale e la creatività era un passatempo, poi i mostracci hanno iniziato a farsi conoscere in giro, quindi fiere, pubblicazioni, richieste varie, al punto che dovevo prendere una decisione: o mollare tutto e continuare con la mia vita “normale”, oppure lasciare il lavoro e dedicarmi a questa passione. Con l’aiuto di mio marito, persona veramente speciale, ho deciso di portare avanti il mio sogno. Così mi sono messa in moto per fare sul serio e per prima cosa ho creato un vero sito con l’aiuto di un professionista. Poi ho curato bene i miei shop e le pubbliche relazioni. Devo dire che i frutti si vedono e sono soddisfatta. L’unico consiglio che posso dare è quello di non mollare mai se davvero si crede in qualcosa. Io per anni mi sono chiusa in craftroom dalle 22.00 fino a ore impensabili della notte perché durante il giorno non avevo il tempo per farlo.
- Noi sappiamo che vendi le tue creazioni on line. Quali piattaforme utilizzi per la vendita e perché?
Ho i miei shop su Etsy e su ALittleMarket. Il primo l’ho scelto perché è una piattaforma internazionale, quindi ti da la possibilità di essere vista in tutto il mondo, anche se, essendo enorme, all’inizio è più difficile mettersi in vista e i risultati arrivano solo dopo molto tempo e un accurato lavoro di immagine. ALittleMarket è una piattaforma soltanto italiana, però ben curata che ha voglia di crescere, semplice da utilizzare, che da buone soddisfazioni. Nel mio caso, il lavoro maggiore viene svolto dal mio sito, è da lì che ricevo molte richieste e questo mi rende orgogliosa.
- Quando vendi un Mostraccio cosa provi? E’ più difficile separarsene o prevale la felicità per l’apprezzamento al tuo lavoro?
Entrambe le cose. Io parlo di adozione e non di vendita, perché mi affeziono ad ogni creatura e voglio avere la certezza che chi ne adotta una ne avrà cura. Questa è una regola che scrivo anche nel pacco quando lo spedisco e spesso ricevo fotografie dei miei mostracci in giro per il mondo. Vedere i sorrisi delle persone che stringono un mostraccio (e non sono soltanto bambini) è una grande soddisfazione, soprattutto perché con le mie creature voglio dare un messaggio. Ad esempio i mostracci con sembianze umane: Ci sono bambini con i capelli fuxia, altri con le braccia lunghissime, le gambe storte, gli occhi di colori diversi…sono bambini mostracci. Sono bambini speciali, tutti diversi eppure uguali, accomunati dal sorriso. Sono bambini di stoffa, ma nel mio mondo immaginario, quello perfetto, quello che vorrei, sono bambini veri, tutti felici.
A questo punto vorremmo vedere qualche tua creazione. Ce la mostri?
- Un ultima domanda. Ti andrebbe ti farci vedere a cosa stai lavorando in questo momento?
Mi piacerebbe ma non posso, perché sto preparando nuove creazioni per i laboratori nella terza edizione della Crociera Creativa che farò con Editoria Europea a Novembre e non posso ancora svelare niente, inoltre sarò presente al Mondo creativo di Bologna nel Craft Your party, ma anche lì tutto top secret. Però posso mostrarvi gli ultimi mostracci nati: le maghine birichine.
Che vi avevo detto? Non sono fantastiche le sue creazioni?
Arrivederci alla prossima intervista ♥
Grazie davvero di cuore! Fa sempre piacere essere ospite di qualcuno, soprattutto se si tratta di una blogger che stimo e apprezzo come te! E grazie per le bellissime parole che hai usato per presentarmi! Un abbraccio
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E’ stato un vero piacere Elena! Inaugurare con te questa nuova Rubrica è stato il meglio che potessi chiedere 🙂
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