Pulzelle e Santini Laici | Intervista ad Enrica Mannari Illustratrice

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Oggi sono veramente emozionata, ma di quella emozione che ti riempe il cuore di gioia, perché sono qui per parlarvi di una nuova collaborazione con una persona speciale.

Lei è un’illustratrice e designer di vero talento che seguo da tempo con molta ammirazione e per darvi un indizio vi dirò che ha come logo un Cuore Sacro (come potrei non amarla). Il potere della rete è riuscito in qualche modo ad unirci e far sì che nascesse una collaborazione di cui ancora non posso parlarvi, ma sono certa che vi piacerà.

Lei è Enrica Mannari e per approfondire la sua conoscenza le ho rivolto alcune domande raccolte nell’intervista che trovate di seguito. Se volete leggere l’intervista fatta a me da Enrica la trovate qui.

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Buona lettura!

  • Vorrei iniziare a sciogliere il ghiaccio con delle curiosità per conoscerti meglio.

Cane o gatto? (Se rispondi gatto ci spieghi come mai tutte le creative sono gattare?)

Gatto. I gatti sono silenziosi. Eleganti. Non dipendono da nessuno per vivere. Un creativo, un artista, ha bisogno del tempo per contemplare  e pensare. I gatti riescono non solo a conciliare questo tempo ma lo rendono più profondo, come se fossero degli amplificatori di profondità. Credo sia per questo che molte creative prediligono il gatto, che è un animale decisamente lunare e femminile. Gli animali sono belli tutti. Poi ognuno di noi trova il suo corrispettivo animale in quello in cui si identifica di più.

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Dolce o salato? Dolce. Per sempre.

Righe o pois? Righe. Il mare. Mi ricordano il mare.

Mare o montagna? Mare. Il mio amore grande.

Vita frenetica o calma piatta? Nessuna delle due. La frenesia mi ha portato a fare grandi errori di valutazione ma la noia mi uccide.

Sfumature o colori pieni? Dipende. Nei miei disegni colori pieni. Nella vita le sfumature invece sono tutto.

Giorno o notte? Sole. Luce. Giorno. Però la luna ha il suo fascino…

Cinema o teatro? Cinema. Preferibilmente film fantasy, horror o  con molti super eroi.

Naturale o artefatto? La natura è maestra. L’artefatto  mi ha annoiata.

  • Qual è la tua formazione?

Dopo il liceo scientifico sperimentale indirizzo artistico ho studiato design a Milano e lavorato per anni nel mondo della comunicazione, dell’editoria e della moda. Ho iniziato come grafica e nel tempo sono diventata direttore creativo. Ho fatto un percorso sempre orientato alla creatività e alla comunicazione visiva. Non ho mai avuto dubbi su quello che avrei voluto fare.  Molti sacrifici. Molto lavoro. Molte crisi. Ora forse le acque si stanno calmando un po’ o io ho imparato a navigare.

  • Qual è stato il momento esatto in cui hai capito che dovevi essere un’illustratrice?

Quando ho capito che dovevo smettere di avere paura delle cose a cui tenevo. E’ un percorso che ho iniziato circa un anno fa ed è infatti dallo scorso settembre che ho esordito esclusivamente come illustratrice. Non è stato semplice lasciare altre cose di questo mondo creativo che mi interessava fare e che facevo, ma sono dell’idea che se vuoi fare una cosa fatta bene devi dedicartici molto. E questo è il momento per me di dedicarmi a l’illustrazione.

  • Fai parte di una categoria rara, ovvero di quelle persone che fanno il lavoro dei propri sogni. Cosa implica la realizzazione di un sogno?

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Determinazione. Con tutto quello che può contenere questa parola. E molto amore per quello che si fa. Non esiste facile o difficile. Esiste la vita con i suoi alti e bassi. Mi sono sacrificata? No. Per me non è un sacrifico lavorare 10/12 ore al giorno invece di uscire a fare shopping o a fare un aperitivo con le amiche. Diciamo che ho una vita sociale un po’ bipolare che va da inaugurazioni, party e incontri con molta gente a lunghi periodi di solitudine.

  • Ci racconti come funziona il tuo processo creativo?

Non ne ho la più pallida idea. A volte sono idee che mi arrivano da una canzone, un film, dalla frase di un amico. A volte sono i miei amati followers che mi suggeriscono soggetti e temi da trattare. A volte viene dal sogno, a volte dal mare. Da qualche viaggio. Creo che la vita che vivo sia un continuo input alla mia creatività. Tecnicamente succede questo: mi siedo e disegno. Finora  che non ho finito e non ho capito quello che sto facendo. Sono un po’ compulsiva.

  • Ci mostri il posto in cui lavori? 

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Certo. Lavoro da casa e da ogni parte del mondo in cui mi trovi. Mi bastano i miei pennarelli, le mie penne e qualche supporto cartaceo.

  • Da dove arriva il tuo interesse per gli amuleti? Cuori sacri, teschi, occhi…come fanno parte del tuo mondo?

Amo i film di genere da sempre. Horror in primis. Sono nata con i cartoni animati giapponesi. Se prendi questi due elementi narrativi e le mischi esce un mondo fatto di sacralità e cultura pop. La sacralità è presente sia nelle atmosfere horror sia in certi fumetti e anime giapponesi. Inoltre ho una passione per gli oggetti che fermano qualcosa: un concetto, un pensiero, una promessa. Vivo in un mondo di amuleti. Dalla tazza in cui faccio colazione alle scarpe che indosso. Per questo non sono una compratrice compulsiva. Ho imparato nel tempo ad amare e rispettare gli oggetti e chi le fa.

  • Ci parli dei tuoi Santini Laici? 

I santini laici sono nati come tutte le cose in cui mi imbatto: un po’ per caso un po’ per il percorso che sto portando avanti dentro di me. E’ sempre una mescolanza di vita casuale e di volontà progettuale che porta alla crescita e alla realizzazione di ciò che faccio.

I santini laici sono delle promesse, dei moniti, dei ringraziamenti. Dipende da cosa c’è scritto e disegnato. In un mondo dove non sappiamo più dove battere la testa è bene avere qualcosa che ci ricorda le cose importanti per noi. E a volte basta vederlo scritto o disegnato. Il potere delle immagine è molto forte.

  • Cosa ne pensi di questa collaborazione?

La trovo fantastica e molto interessante. Amo le bambole e il noir. Amo il rosa e le principesse. Adoro le donne. Le pupazze hanno tutte queste caratteristiche. Avere la possibilità di mescolare e incrociare due linguaggi come i nostri per me è una grande possibilità di crescita. Non vedo l’ora di vedere foto e progetto finito.

  • Regalaci una frase ispirazionale.

“Diventa chi sei” è ciò che auguro a tutti ed è quello che sto cercando di fare in questa mia vita sulla terra.


Ora vi lascio con la bellissima illustrazione-tributo fatta da Enrica per le mie Pulzelle. Non vi dico che occhi a cuore quando l’ho vista!

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giovanna ha detto:

    Adoro lo stile di entrambe, sarà amore!

    Piace a 1 persona

    1. antonella pal ha detto:

      Grazie mille Giovanna!

      "Mi piace"

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