Il tempo passa davvero in fretta ed eccoci di nuovo qui per l’appuntamento mensile con la mia Rubrica Interviste Creative.
Come potevo non intervistare lei prima o poi, la creativa più ironica, simpatica e irriverente della scena handmade italiana!? Di chi sto parlando? Di Valentina di Fridawer ovviamente 😉
Vediamo cosa ci racconta di sé e buona lettura!
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Ciao Valentina, presentati e mostraci la tua faccia.
Foggia, 29 anni il 23 d’Agosto, Leone ascendente Cancro.
Ho studiato un po’ di cose miste (roba d’arte alle superiori e lettere all’università), ma avrei voluto farne altre (tipo roba di design o scienze della comunicazione, marketing o lingue varie).
Ho scoperto troppo tardi cosa poteva piacermi.
Sono prevalentemente sedentaria ma quando mi sposto mi piace restare per un po’, non amo scrivere di me perché non so mai cosa dire e alla fine cerco di essere sintetica (ci provo).
Amo leggere, amo Pessoa, amo mangiare, mi piace trovare le cose per terra (tipo le carte da gioco) odio la superficialità, il classismo, la gente che vende fuffa e anche l’aglio non mi sta particolarmente simpatico (sono proprio le prime cose che mi sono venute in mente!)
Fridawer è il tuo marchio. Quando e come è nato?
Sono ancora indecisa se FridaWer sia più marchio o AlterEgo: io lo chiamo buffamente Pseudo-Brand. Comunque sia è una “cosa” nata più volte. Potrei dirti che è nata prima Wer (alle medie) e poi Frida (a 19 anni circa quando ho sentito parlare per la prima volta di Frida Kahlo).
Nel 2009 approdo su Etsy nel tentativo di vendere i miei gioielli fatti con la tecnica wire e poi la FridaWer che vedi oggi è roba di qualche anno fa, 2012 per essere precisi.
Ecco perché mi sembra di essere nata più volte.
Ci mostri la tua postazione di lavoro? Sei la creativa tipo “ho una craftroom” o tipo “invado tutta la casa”?
Diciamo che la mia craftroom coincide con la “bedroom” e quindi ho invaso solo quella.
Il problema mò è che la mia Craft-Bed-Room è un casino totale, ve la mostrerei in tutto il suo splendore “accumulesco” ma mi resta ancora un po’ di dignità (o forse è vergogna), quindi magari ti faccio giusto un po’ sbirciare ;D
Creo prevalentemente sul letto, mi trovo comoda (anche se penso non sia proprio il posto più comodo per creare). Non so, la trovo quasi psicanalitica sta cosa:
“Prego, si stenda sul lettino e mi dica il suo problema” e inizio a creare.
Cosa non può mai mancare per creare l’ambiente perfetto mentre lavori?
La radio, la musica! Ho due stazioni radio preferite, una la metto solo la mattina e l’altra il pomeriggio. Le ascolto dal pc (perennemente acceso) e faccio quello che devo fare.
In realtà poi creo anche la sera quindi le cose cambiano: serie tv (dal pc sempre acceso) e lucina accesa che se no non vedo una cippa (si può dire cippa?).
Le tue ultime creazioni hanno un sapore magico e rituale? A cosa ti sei ispirata per realizzarle?
Ho un metabolismo lento, quindi ti direi “a tutta una vita”.
Sono sempre stata attratta dai monili “energetici” come lo possono essere gli amuleti (c’è stato un periodo in cui ero fissata) o gli oggetti che passano di generazione in generazione. Che poi sono oggetti pregni di significato che uno si porta dietro. Ci vedo anche una nota di malinconia, che poi è la cosa che mi porto dietro un po’ ovunque.
Gli occhi, in particolare, hanno un sapore apotropaico: proteggono dal malocchio o l’occhiatura (così come si dice dalle mie parti).
Ovviamente la storia degli occhi è storia vecchia quanto il mondo, li usavano gli egizi per rappresentare il sole (che poi il mio logo è un sole stilizzato), li usavano i greci sulle loro barche affinché potessero vedere meglio la strada da percorrere e poi ancora mi viene in mente Dalì e la Schiaparelli con i loro gioielli; gli occhi sono da sempre lo specchio dell’anima, la parte che mente meno di noi, sono il nostro collegamento primario con il mondo… insomma sono un sacco di cose “sedimentate” negli anni in cui ho vissuto.
Alla fine il tappo è saltato quando ho ricevuto una notizia di un ex. Questo ha un particolare difetto della vista e ho ripensato a tutto quello che ho vissuto con lui.
Insomma i MilleOcchi sono una mistura di cose che dovevo necessariamente “buttare” fuori.
Li definisco ironici, sentimentali e un po’ bastardelli… e alla fine suonano un po’ come un pegno d’amor perduto.
Pensi che il fatto di vivere a Sud sia uno svantaggio per il tuo lavoro?
Forse sì, forse no. Non so come stanno messe le altre regioni, probabilmente alcune regioni hanno più market ed eventi dedicati al mondo dei crafter e quindi sì, forse vivendo altrove potrei avere più possibilità e occasioni. Amo e odio Foggia, forse è quello che succede a tutti quelli che si ritrovano per lungo tempo in un posto e vorrebbero andare via, vedere altro.
Insomma non saprei proprio, ecco diciamo che ha molti svantaggi e anche molti pregi il sud: oltre al clima, l’ispirazione, i colori, i paesaggi, l’aria limpida che fanno in modo che qualcosa esca dalla mia testa!
Poi mi confronto davvero poco con le altre realtà, a prima vista mi è anche parso di capire (ma potrei sbagliarmi ovviamente) che in Italia sia davvero tanto difficile vivere di SOLO Handmade: alcune dismettono le visti da crafter e indossano quelle da formatrici; altri diventano “personaggi”, altre fanno un secondo lavoro (se va bene).
La situazione la percepisco un po’ “precaria” ovunque.
Quindi non saprei fino a che punto lo svantaggio sia solo locale, personale o nazionale. 🙂
Qual è la frase che ti rivolgono più spesso (riguardo al tuo lavoro) che ti dà l’orticaria?
Li hai fatti tu? (no, fanno tutto i miei capelli)
Questa è la più banale, mentre quella che mi fa proprio incazzare è: “Ah, guarda così li devi fare tu!” magari riferito all’amica che sta osservando oppure, ancora peggio, lo spudorato “Te lo copierò”
Lì partono saette dagli occhi e lingue di fuoco dalla bocca!
Cosa ne pensi della scena handmade italiana?
Che ci sono creative davvero Wow che purtroppo non hanno molto risalto! Molto gira attorno al marketing e chi non può spendere tutto il suo tempo per “farsi conoscere” non riesce a far vedere tutta la sua bravura.
Quali canali utilizzi per la vendita delle tue creazioni?
Prevalentemente canali online! Fisicamente mi sposto poco, è difficile farlo da sola. Quindi shop online (per il momento uno e curato su A LittleMarket), poi blog, Instagram e, in periodi precisi, qualche market/evento.
3 consigli che daresti a chi vuole intraprendere questa attività.
- Devi avere pazienza. Non è facile vendere. Almeno per me non è stato facile (cioè neanche adesso lo è!). Prova, tenta, sbaglia e sii critica con te stessa (e anche un po’ con gli altri).
- Obiettivo originalità. Tutti abbiamo iniziato con cose di dubbio gusto (vi risparmio i miei primi lavori, terribili) e tecniche già viste e non proprio originali. Devi avere la voglia di migliorarti (e questa voglia non la devi mai perdere) e di creare qualcosa che sia davvero ragionato e tuo. Nulla di nuovo si crea: un po’ è vero un po’ no, questo però non vuol dire che l’originalità non debba essere la tua spinta propulsiva. Almeno provaci!
- studia tutto quello che ti può interessare a riguardo.
- Dove possiamo trovarti sul web?
► Facebook in primis (pagina) e profilo per due chiacchiere.
► Instagram con i miei dietro le quinte.
► Sul mio Blog: FridaWer Gioielli (e Pensieri) Handmade dove, ad esempio, vi racconto come sono nati i MilleOcchi (ma vi racconto anche le altre collezioni)
► Alittlemarket e Depop
Fisicamente invece mi trovate a Foggia sul mio letto a creare qualcosa di nuovo (e spero) di originale :)!
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Grazie mille alla nostra Fridawè per questa bella intervista e
arrivederci al prossimo post ♥